Un buon Osteopata si riconosce da un titolo specifico rilasciato da una scuola affidabile. L’organo di “sorveglianza” che assicura degli standard qualitativi alti per la formazione nelle varie scuole italiane è il ROI, Registro degli Osteopati Italiani. Quindi un osteopata con una formazione valida deve avere come titolo seguito dal proprio nome la dicitura D.O., ovvero dottore in osteopatia, titolo che viene rilasciato a seguito del superamento di un esame con una commissione esterna alla propria scuola di appartenenza; e la dicitura MROI, ovvero membro del ROI, il registro di cui detto sopra.

Il riconoscimento ufficiale dell’osteopatia nelle discipline sanitarie è avvenuto nel 2017.

Approfondiamo l’argomento spiegando cos’è l’Osteopatia e cosa s’intende per Disfunzione somatica in Osteopatia.

Questo termine “disfunzione somatica”, chiamato anche lesione osteopatica, si associa ad una funzione alterata o compromessa di elementi del corpo (sistema somatico) come strutture muscolo-scheletriche, miofasciali o sistemi come quello linfatico, cardiovascolare, neurale. La funzione compromessa può riguardare anche organi o visceri. Questo tipo di disfunzione viene considerata responsabile di diversi disturbi anche in aree distanti da quelle che interessano la disfunzione stessa.

Per l’Osteopata, normalizzare la funzione compromessa è essenziale per ripristinare la mobilità ed il meccanismo fisiologico dell’intero sistema muscolo-scheletrico.

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L’Osteopatia, in parole semplici, può essere definita come “l’osservazione del corpo” attraverso le mani per la diagnosi e la cura,  mirata a ripristinare il corretto funzionamento dell’organismo.

Secondo la visione osteopatica, la malattia altro non è che il tentativo dell’organismo di resistere per ritornare al suo stato di benessere (omeostasi).

In altri termini, la Disfunzione somatica è un’ alterazione metabolica in un tessuto che si manifesta con una diminuzione della mobilità, della funzione, della capacità di espansione e retrazione. Questa disfunzione è il primo step verso la patologia.

L’ Osteopatia Tratta il corpo nella sua globalità e fonda la sua base su tre principi essenziali:

  • Auto-guarigione: un corpo che funziona correttamente racchiude in sé tutti gli strumenti necessari per eliminare o prevenire patologie;
  • Rapporto struttura/funzione: struttura e funzione sono imprescindibili. La prima controlla la funzione, quest’ultima condiziona la struttura;
  • Unità dinamica dell’organismo: il corpo è uno, inscindibile, unico. La sua unità è localizzata a livello del sistema mio-fascio-scheletrico che riunisce le diverse parti che lo compongono, collegate internamente fra loro.

L’organismo è sano quando è in totale armonia.

L’Osteopata non si limiterà mai a curare semplicemente i sintomi (come nel caso della terapia farmacologica o nella fisioterapia). Esegue la sua personale diagnosi per individuare la causa reale che scatena il disturbo.

La diagnosi osteopatica non ha niente a che fare con la diagnosi tradizionale: comprende anamnesi, osservazione, palpazione percettiva e test di mobilità attiva e/o passiva per identificare parametri associati a dolorabilità, asimmetria, range di movimento, cambiamenti tissutali (fibrosi, edema, rigidità, atrofia). La dolorabilità è l’unico parametro soggettivo.

Dopo la diagnosi, l’osteopata, pianificherà una terapia adeguata e personalizzata, che mira ad eliminare il problema, l’ostacolo, il blocco responsabile della patologia o disfunzione somatica.

L’intervento dell’Osteopata non è invasivo: usa soltanto le mani, nessun farmaco. Tratta qualsiasi tipo di patologia e struttura: dall’artrosi a problemi cardiovascolari e polmonari, da disturbi all’articolazione temporo-mandibolare a problemi visivi, viscerali, ghiandolari, allergiche, disturbi muscolo-scheletrici, digestivi, neurologici, neurovegetativi, genito-urinari.

I campi di applicazione sono: sportivo, traumatologico, odontoiatrico, viscerale, ginecologico, pediatrico, otorinolarongoiatrico, neurologico….

L’Osteopata utilizza diverse tecniche che fanno parte di 4 principali categorie:

  • muscolo-scheletrica (strutturale);
  • craniosacrale mira a migliorare la mobilità delle ossa craniche, in grado di allentare tensioni, stress, eliminare traumatismi che ostacolano il buon funzionamento del corpo;
  • fasciale che si concentra su tessuti connettivi che sono ubiquitari;
  • viscerale considerando che tra visceri e struttura muscolo-scheletrica esiste una correlazione molto stretta ed una reciproca influenza.

La manipolazione dolce e graduale rappresenta il trattamento specifico, efficace, risolutivo.

Il trattamento osteopatico può essere effettuato nella zona interessata al sintomo ma, generalmente, viene eseguito nell’area associata alla causa che determina il sintomo.

In caso di perdita di mobilità, l’Osteopata interviene per ristabilire un equilibrio strutturale, viscerale o neuro-vascolare. Il trattamento osteopatico mira ad eliminare la causa principale di ogni disturbo ed è differente per ogni paziente.

E’ bene sottolineare che il campo d’azione dell’Osteopatia esclude tutte le lesioni anatomiche gravi, ma anche tutte le urgenze mediche. In questi casi, è fondamentale agire tempestivamente in quanto la patologia in causa non può più essere combattuta con le sole difese dell’organismo. L’Osteopatia non può guarire le malattie degenerative, le malattie genetiche, le malattie infettive e/o infiammatorie, le fratture.

Tuttavia, anche se l’osteopatia non può avere un’azione su quest’affezioni, può avere un’azione sulle conseguenze, in particolare il dolore, con la liberazione delle tensioni delle strutture.

L’osteopata collabora e interagisce con tutte le figure professionali sanitarie al fine di garantire al paziente un percorso terapeutico in assoluta sicurezza e professionalità. Non sostituisce in alcun modo le terapie mediche, farmacologiche o specialistiche prescritte dal medico curante. 

È compito dell’osteopata verificare l’idoneità del paziente e del suo quadro clinico al trattamento osteopatico.